Come diventare candidato (in)credibile in cinque mosse

Come diventare candidato (in)credibile in cinque mosse

di Matteo Pucciarelli -
Ormai per il 2013 non fate più in tempo, ma cominciateci a ragionare sin da oggi in vista delle prossime elezioni, che magari arriveranno presto, nel giro di un paio d’anni. Ehi tu, hai mai pensato che potresti candidarti? Hai voglia di metterti al servizio del Paese? Sogni una discesa (o salita) in campo sin da bambino? Ecco cinque semplici consigli per risultare credibili e votabili.

Costruitevi una biografia. Allora, la maggioranza di noi è una persona normale. Ha fatto un po’ quello che hanno fatto tutti. Ha studiato più o meno bene e s’arrangia tutt’oggi più o meno bene. Però chi si candida non deve e non può abbassarsi a cotanta normalità. Bisogna stupire. Far sognare. Far immaginare. Far viaggiare. Un conto, quindi, è scrivere: «Sono nato nel 1984 a Livorno, mi sono laureato a 23 anni, adesso ho scelto di candidarmi per…»; un altro è: «sono nato a metà degli anni ‘80 in una città affacciata sul mare. Ho terminato il mio percorso di studi con grande fatica ma pure con tanta soddisfazione. Adesso ho voglia di impegnarmi a cambiare il destino della nostra generazione con…». No? La seconda frase dice le stesse cose ma trasmette pathos. Altro consiglio per la biografia: metteteci di mezzo sempre i genitori. Con «mio padre era un operaio e mia madre una casalinga» l’elettore si è già commosso. Con «mio padre mi ha inculcato l’amore per il lavoro e mia madre per l’onestà» l’elettore vi rispetta. Con «mio padre è in cassa integrazione e mia madre pure» siete solo sfigati, quindi evitate riferimenti spiacevoli.

Siate fotogenici. Un sorriso spontaneamente falso; uno sguardo verso l’orizzonte, verso il tramonto dell’avvenire; pensosi, davanti a una platea di ascoltatori (del relatore che vi sta accanto, ma tagliatelo con photoshop); amorevoli e magnanimi a una manifestazione di operai incazzati come delle belve ma che con un po’ di dissolvenza paiono reduci da una gita a Pietralcina; un capello al vento, anche se unto non importa, fa lucido. Le foto sono importanti. Le foto sono voti. Una reflex vi salverà.

Contro tutto e tutti. Appena vi candidate, presumibilmente col partito x, dimostratevi improvvisamente autonomi rispetto al partito x. Voi vi siete fatti da soli. Vi siete imposti da soli, con i vostri temi che difendete dal lontano 1989, quando l’Inter vinse lo scudetto con Trapattoni. «Il partito? E che ne so io del partito. Io sono uno spirito libero». Dite sempre così. L’epica del bastian contrario che sconfigge l’odio e l’invidia dei propri compagni funziona sempre. L’elettore vi stimerà, apprezzerà il vostro coraggio leonino. Tanto, anche se avete un passato da burocrati, chi se ne accorge? Nessuno. Ormai i partiti sono più esclusivi di un resort a Montecarlo.

Tirate su uno staff sbarazzino. No seriamente, non chiamatelo comitato elettorale, ma “staff sbarazzino”. Un po’ di amici fighi e cazzaroni che parlano usando “plan”, “project”, “viral marketing”, “strategy”, “idea” (da pronunciare “aidìa”)  e altri inglesismi inutili per dire che vi aprirete un profilo Facebook pubblico. Poi per le cose serie e professionali sfruttate tranquillamente il lavoro di un/a professionista, possibilmente da pagare solo – e forse – in caso di elezione. Anche perché se, mettiamo, siete di sinistra e lottate per liberare gli sfruttati, dovrete pur conoscerli da vicino gli sfruttati no?

Ricordatevi dei vecchi amici. Hai in mente Camilla, quella che fece la primina con te? Come faceva di cognome? Ah, Barontini. Fammi un po’ vedere se c’è su Facebook…. Da piccola aveva le lentiggini, ora c’ha quasi 30 anni ma mi pare che sia proprio lei. Aggiungi agli amici. «Ciao Camilla, sono io, quello che in primina lottava contro la precarietà dei bambini nel mondo delle primine. Voglio cambiare la nostra terra e a pensarci bene anche la galassia e per questo ho bisogno del tuo aiuto. Ricordo che anche allora speravi in un futuro migliore, una volta passati in seconda elementare. Lo sogni ancora? Bene, allora sostienimi. E metti mi piace sul mio profilo. Hai visto come vengo bene in foto?».


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