Il silenzio atroce della sinistra

Il silenzio atroce della sinistra

di Alessandro Gilioli -

Credo di non aver mai visto un corteggiamento così serrato da parte di Berlusconi verso il Pd. Quelli che ieri erano ‘comunisti’ se non ’stalinisti’ – e con un elettorato di ‘coglioni ‘- oggi sono diventati oggetto di un amore peloso e imbarazzante: Cicchitto arriva a proporre Violante per il Quirinale, il Cavaliere elogia Bersani ‘piacentino concreto’, Sacconi invita i democratici a votare insieme misure per il lavoro – e di Gasparri che difende D’Alema si è già detto qui sotto.

La parola d’ordine è ‘pacificazione’ e fa un po’ sorridere: come se in questi anni il Pd avesse condotto chissà quale frontale battaglia contro Berlusconi. Stiamo parlando del partito che non ha mai fatto una legge sul conflitto d’interessi, che non ha partecipato al No B. Day e che poco più di un anno fa ha scelto di fare maggioranza con il Pdl invece di andare alle elezioni anticipate. By the way, gli effetti di questa acuta strategia si sono visti il 24 febbraio scorso.

I nomi che circolano per il Quirinale in nome di questa ‘pacificazione’ sono quindi quasi tutti agghiaccianti: a parte Violante, si parla di D’Alema, Amato e Franco Marini – e credo non serva aggiungere altro. In subordine, Cancellieri, Grasso e Bonino, di cui Berlusconi evidentemente non ha dimenticato i trascorsi amichevoli.

E’ totalmente scomparsa dai radar, invece, qualsiasi ipotesi di soluzione che possa trovare una maggioranza comune tra i ‘grandi elettori’ di Pd e M5S: Rodotà, Zagrebelsky o Settis, per fare tre nomi circolati un paio di settimane fa.

Insomma, inutile prenderci per i fondelli: il Pd sta cadendo con tutto il suo peso nella trappola che Grillo gli ha teso rifiutando brutalmente ogni dialogo. Cioè, sta riabbracciando Berlusconi. A parole, solo per il Quirinale. Nei fatti, ne discenderà ‘per li rami’ un nuovo clima in vista anche del governo.

Ma la cosa più deprimente è che tutto questo sta avvenendo nel silenzio della sinistra. Come se fosse ineluttabile. Come se fosse quello che in fondo hanno sempre voluto. Come se non fosse un suicidio comune. Come se non fosse una consegna definitiva al M5S – al solo M5S - di ogni possibile opposizione a un sistema marcito nelle fondamenta.

E non vedo in giro appelli di intellettuali o colleghi giornalisti, così attivi poche settimane fa per l’esecutivo Bersani-Grillo, che si schierano per provare a impedire questo scenario.

Si va quindi serenamente verso la ‘pacificazione’, parole che suona molto più gradevole di ‘conservazione’, di ‘establishment’ , di ’spartizione’ e di abbraccio con il Caimano. Ma che questo e null’altro significa.

E’ un silenzio molto forte – ed è un silenzio atroce.

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it


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