Diamo all’Italia un governo di pace
Pubblicato il 30 gen 2013
di Flavio Lotti -
Uno dei segni più evidenti del disastro in cui siamo finiti è nella scomparsa dell’Italia dal mondo e la sua perdita di credibilità e rilevanza internazionale. La responsabilità primaria è di Berlusconi. Ma anche i tecnici del governo Monti portano pesanti responsabilità. Oggi l’Italia è fuori dal mondo. Una visione miope, un’agenda dettata dai grandi gruppi economici finanziari (soprattutto Eni e Finmeccanica) e una strumentazione profondamente inadeguata hanno contribuito al declino dell’Italia, l’hanno messa fuori gioco, ci hanno esposto a grandi rischi e ci hanno fatto perdere grandi opportunità.
Al punto in cui siamo non abbiamo nemmeno bisogno di richiamare i nostri valori. Per cambiare ci basta di invocare i principi del realismo politico.
Per uscire dalla crisi dobbiamo riaprire gli occhi sul mondo che sta cambiando rapidamente, riconoscere le nostre responsabilità e dotarci della strumentazione necessaria per agire responsabilmente.
Non ha più senso parlare di politica interna e di politica estera. Abbiamo bisogno di una politica radicalmente nuova.
Una politica nonviolenta fondata sui diritti umani.
Una politica che deve essere espressione di un nuovo modo di pensare le relazioni internazionali, tra gli stati e tra i popoli, di gestire i grandi problemi comuni aperti, di contribuire alla loro soluzione, di prevenire nuovi conflitti.
Lottare contro la povertà nel mondo, farla finita con le tante guerre, fermare il cambiamento climatico e proteggere l’ambiente, promuovere tutti i diritti umani per tutti, ridurre le disuguaglianze, garantire pari opportunità, costruire un’economia sociale di giustizia, costruire l’Europa dei cittadini, rafforzare e democratizzare l’Onu ci conviene! Più di quanto riusciamo ad immaginare.
Ci attende un grande lavoro.
Prima di tutto noi vogliamo introdurre un metodo nuovo. Dobbiamo imparare ad “agire come sistema paese” ovvero dobbiamo valorizzare e potenziare il contributo di tutti gli attori presenti nel nostro paese. Non è solo un problema tecnico di coordinamento. E’ l’approccio complessivo che deve cambiare. Questa è la principale innovazione che vogliamo introdurre in Italia. L’Italia dispone di un vasto tessuto di attori protagonisti di percorsi e processi di cooperazione internazionale, di pace, di solidarietà che, se realmente valorizzati, possono consentire all’Italia di re-inserirsi pienamente nella comunità internazionale che coopera.
Noi vogliamo aprire le porte del Parlamento e del governo alla società civile responsabile e agli enti locali impegnati per la pace e i diritti umani. Ci impegniamo a creare una sede permanente in cui ci sia ascolto (segnalazioni, denunce, proposte), dialogo e collaborazione sulle quattro grandi questioni del nostro tempo: lotta alla povertà, prevenzione e risoluzione dei conflitti, diritti umani e democrazia internazionale.
L’impegno di Rivoluzione Civile contro l’illegalità non conosce confini. La guerra e la povertà sono illegali. Sono vietati dal diritto internazionale dei diritti umani e noi ci batteremo in ogni sede per ripristinare il rispetto della legalità.
Vogliamo far rispettare e attuare l’Articolo 11 della Costituzione. La guerra non è uno strumento a disposizione della politica e del governo.
Vogliamo passare dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune.
Vogliamo fare pace con il mondo e per questo ci impegniamo a:
1. Lottare contro la miseria e la morte per fame.
2. Mettere immediatamente fine alla missione militare in Afghanistan e risarcire le vittime della guerra sostenendo le forze sane della società civile.
3. Cancellare i piani di acquisto dei cacciabombardieri F35 e rivedere tutti i programmi di acquisto degli armamenti. Tagliare la spesa militare e riorganizzare le forze armate in senso riduttivo.
4. Costruire la Comunità del Mediterraneo che trasformi quest’area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti.
5. Costruire una nuova Europa, un’Europa dei cittadini, solidale e nonviolenta.
6. Fare pace in Medio Oriente riconoscendo a israeliani e palestinesi il diritto di vivere in pace su quella terra con gli stessi diritti, la stessa dignità e la stessa sicurezza.
7. Fare pace con l’Africa.
8. Disarmare la finanza.
9. Rafforzare l’infrastruttura internazionale dei diritti umani.
10. Salvare, democratizzare e rilanciare l’Onu.
Con lo stesso scopo ci impegniamo a:
1. Aumentare i fondi per la cooperazione internazionale.
2. Progettare e organizzare il Sistema-Italia della cooperazione internazionale approvando una nuova legge e promuovendo la cooperazione comunitaria, partecipata e diffusa.
3. Rilanciare e sviluppare il servizio civile nazionale ed europeo rendendolo accessibile a tutte le ragazze e i ragazzi che chiedono di parteciparvi.
4. Promuovere l’inserimento permanente dell’educazione alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza democratica glocale nei programmi scolastici di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
5. Impegnare la Rai a fornire un’informazione che dia conto dei fatti del mondo, attenta alla vita delle persone e dei popoli anche mediante la creazione di una struttura permanente “la Rai per i diritti umani”, la creazione di una rete di uffici di corrispondenza nel mondo e l’inserimento di spazi adeguati nei palinsesti.
6. Creare le istituzioni nazionali per i diritti umani a cominciare dalla Commissione diritti umani e dal Difensore civico nazionale secondo i principi raccomandati dalle Nazioni Unite, dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea.
7. Rafforzare la trasparenza e i controlli sul commercio internazionale di armi.
8. Intensificare la lotta internazionale contro le mafie e la criminalità organizzata.
9. Fare pace con il mondo che abbiamo in casa. Approvare le due proposte di legge di iniziativa popolare che riconoscono i diritti di cittadinanza delle persone di origine straniera promosse dalla campagna L’Italia sono anch’io.
10. Abrogare la legge Bossi-Fini e chiudere i CPT. Fare una nuova legge sull’immigrazione
11. Promuovere una legge nazionale per l’applicazione del diritto all’Asilo.
L’elenco delle cose che vogliamo fare continua negli appelli delle organizzazioni della società civile responsabile che ho sottoscritto. Il programma lo completiamo e lo realizziamo insieme a tutte le donne e gli uomini che vogliono assumersi una responsabilità maggiore e fare la propria parte.
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