Mps: no al  commissariamento ma pulizia vera

Mps: no al commissariamento ma pulizia vera

di Laura Vigna -
Sono contraria alla ipotesi improvvisata che sta emergendo di un commissariamento della Banca Monte dei Paschi nelle mani di Profumo e Viola. E’ questo l’ultimo tentativo di riaffermare il pensiero unico ed espropriare la banca alla comunità senese ed agli azionisti, che anche nelle ultime assemblee hanno presentato dure e documentate contestazioni.
Per evitare l’ingerenza politica nella Fondazione – che del resto esprime solo la metà del cda della Banca -  da tempo i gruppi che mi sostengono indicano la necessità di rivederne lo Statuto, eliminando le forme di contiguità nelle nomine tra sistema politico e istituzioni e aumentando le cause di incompatibilità.
Il PD nazionale, sotto accusa per lo scandalo MPS, sta facendo l’errore di difendere a tutti i costi l’operato dell’ex sindaco Ceccuzzi, finendo per distorcere la realtà dei fatti.
Non è vero che la Fondazione, come espressione della politica locale, abbia dettato le strategie della Banca, ma invece è stata subalterna e silente come più volte teorizzato dal Presidente Mancini. Semmai c’è stato sempre un fil rouge fra Ceccuzzi e Mussari, scavalcando la stessa Fondazione che ha rispettato l’autonomia della Banca ed ha rinunciato anche ad esercitare il ruolo di principale azionista.
Non è vero che con la nomina di Viola e Profumo sia stato fatto un atto di discontinuità: a titolo di esempio basterà ricordare che l’attuale vice presidente di Banca MPS Marco Turchi è stato sindaco revisore nella gestione Mussari, che il vice direttore Antonio Marino ricopriva la medesima carica
quando il direttore generale era Antonio Vigni, che Valentino Fanti, capo della segreteria di Giuseppe Mussari mantiene ancora lo stesso incarico sotto Profumo e Viola.
Nessun atto innovatore è stato compiuto da Ceccuzzi: Mussari è stato sostituito alla scadenza naturale dei suoi due mandati da Presidente di MPS, con un suo sodale – all’epoca in difficoltà e con un rinvio a giudizio – che a sua volta lo ha sostenuto per la presidenza dell’ABI.
La scompostezza e la contraddizione continua delle dichiarazioni degli esponenti politici nazionali e locali, impegnati a dichiarare la distanza della politica dalla banca è ridicola: la rapida carriera di Mussari, diventato prima Presidente della Fondazione poi della Banca, è stata voluta e determinata in prima persona da Franco Ceccuzzi.
Ma è tutta la politica nazionale che è in imbarazzo di fronte al caso MPS e non può dirsi estranea a ciò che è accaduto in Piazza Salimbeni.
Pierferdinando Casini che dà credito alle invenzioni di Ceccuzzi, è da sempre una delle colonne del sistema Siena: celebrò le sue nozze (in via del tutto eccezionale) nella sala della Pace del Palazzo Pubblico ed è il genero di Gaetano Caltagirone, vice presidente e principale azionista privato della Banca sotto la gestione Mussari,
Lo stesso Monti non ha esitato a mettere in lista per le elezioni politiche Alfredo Monaci – anch’egli membro del cda del Monte durante la gestione Mussari, presidente di Biverbanca e MPS Immobiliare – esponente nella Margherita con cui Ceccuzzi aveva stipulato (prima del congresso di fondazione del PD) un accordo di potere per spartirsi le poltrone.
Le dimissioni da Sindaco di Ceccuzzi, determinate anche dalla frattura con i consiglieri di quell’area, trovano la loro origine nel degrado del sistema che ha portato il Comune di Siena ad accumulare milioni di debiti, avendo contato quasi esclusivamente sulle erogazioni della Fondazione, possibili fino a quel momento grazie ai falsi bilanci e agli utili fasulli della Banca.
Quando il bilancio consuntivo 2011 è apparso inattendibile, Ceccuzzi ha fatto di tutto per imporne l’approvazione e da qui sono nate le sue dimissioni. Insomma Ceccuzzi è stato la vittima del sistema da lui stesso favorito.
Tutte le dichiarazioni degli esponenti politici nazionali e locali sono un segnale evidente dell’imbarazzante incapacità degli artefici del groviglio armonioso di uscire da una situazione che sembra aggravarsi di ora in ora e sulla quale auspichiamo, per il bene della città, della banca e dei suoi correntisti, che la magistratura riesca a fare chiarezza in tempi rapidi.


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