Bersani e il “Grillo” nella testa

Bersani e il “Grillo” nella testa

di Franco Frediani -
“The show must go on”! La tentazione di parlare della situazione politica venutasi a creare all’indomani del dopo voto, soprattutto all’interno di Rifondazione Comunista, è forte, ma non è questo il contesto giusto per cercare di trovare una sintesi sul “come e cosa fare”. Il gruppo dirigente ha tempestivamente e dignitosamente avviato il percorso della discussione che poi porterà alle decisioni future e definitive; meglio dunque “ascoltare” la realtà che ci circonda, magari cercando di offrire una corretta traduzione della stessa. Il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti: nessun vero vincitore, almeno tale da consentire una serena governabilità del paese. Bersani e soci sono appesi alla decisione di Grillo, primo dato che fa capire la debolezza politica del Partito Democratico. Come si può saltare dal liberismo di Monti al populismo di Grillo, senza perdere dignità e coerenza, rimane un triste quanto inquietante interrogativo. Se qualcuno pensasse al “bene supremo” dell’Italia, bé, allora potremo rispondergli che esiste ancora l’opzione del ritorno al voto! Non possiamo che trovarci d’accordo con Fulvia Bandoli quando afferma che non può esserci spazio per un governissimo tra centrosinistra e Berlusconi (sperando che sia così..), ma neppure si può pensare di voler governare con chi vuole procedere alla valutazione delle proposte fatte di volta in volta. I mercati, da sempre braccio armato dei paesi capitalisti, non daranno mai credito ad un paese che volesse procedere in tal senso, e l’epilogo sarebbe obbligato. Ma vediamo la situazione come sta procedendo. Scontato il fatto che non sia Bersani a decidere ma semmai a chiedere aiuto con il “piattino in mano”, vediamo quelle che sembrano essere le reazioni in “casa” Grillo. Dopo un primo momento, in cui sembrava che il popolare comico volesse accettare “l’invito” a collaborare, c’è stata una rapida quanto inaspettata impennata di ben altro segno e contenuto. Dal suo Blog, ormai divenuto il luogo principale per discutere persino del destino di un paese, Grillo lancia nuovamente invettive: “Bersani è un morto che parla, uno stalker politico. Non daremo voti di fiducia né al Pd né ad altri”. Premettendo che sembra di leggere un fumetto degli anni sessanta/settanta, si registra a questo punto, una vera e propria battaglia a suon di commenti al post. Eh sì, questi sono i mezzi usati dal famigerato M5S per discutere e confrontarsi… Uno spazio virtuale, anche se frequentato da centinaia di persone che discutono (tra loro o rivolgendosi al loro padre-padrone??) può garantire lo stesso risultato di un confronto diretto, “fisico”, reale, tra soggetti investiti e legittimati dal voto popolare dei cittadini? Dire che stiamo vivendo nella fantascienza è poco… Tuttavia si evince che il Conducator targato “Cinque stelle” viene comunque messo alle strette, e criticato con il meccanismo che attribuisce il peso decisionale (in teoria!) ai commenti che hanno ricevuto il maggior numero di voti. Un Blog contro tutti… Impensabile! Ecco che, la vera forza dei partiti maggiori, rappresentata dalla stampa e dai media (in questo caso filo-Pd), si adoperano nel tentativo di mettere a nudo queste contraddizioni. Nello stesso momento si cerca di far passare Bersani come l’artefice di un’abile mossa che potrebbe portare alla costruzione di “una innovativa squadra di governo”. Ancora una volta l’arte della persuasione di massa manovrata da abilissimi spin doctors, viene a scontrarsi con l’armata mediatica al servizio di un partito al quale non mancano davvero le risorse economiche. Senza contare, il vantaggio derivante dall’aiuto del sistema comunicativo targato “caimano”, che certamente non parteggia per Grillo. Andiamo comunque ancora più nel concreto… Senza prendere uno per uno i punti programmatici che evidenziano la divergenza tra il M5S ed il Pd, (della NO-TAV che ne facciamo??) come si può pensare che il “rottamatore per eccellenza” (senza dubbio più incisivo dell’attualmente “silenzioso” Renzi..) possa rimangiarsi le ragioni per le quali ha portato avanti le sue vincenti battaglie politiche? Abbiamo imparato a non sottovalutare più nessuno, figuriamoci se commetteremo quest’errore proprio in questo momento… Grillo ha improntato il suo Movimento sulla rottura di un sistema, e non vogliamo credere che sia proprio lui stesso a salvarlo. Se invece cederà alla pressione dei suoi adepti (o grillini che dir si voglia..) e andrà in soccorso a Bersani, ancora una volta si avrà la dimostrazione che il solo populismo non paga. Da qualunque parte la si voglia vedere, la vita di questa legislatura è comunque corta. Nel primo caso, non dovremo aspettare troppo per assistere alla rottura di un sodalizio tenuto assieme con la colla artigianale; nel secondo, Bersani replicherà, più rapidamente, la performance infruttuosa del fu’ governo Prodi.


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