La Fiat tenta di aggirare la Consulta: reintegrati ma niente assemblee

La Fiat tenta di aggirare la Consulta: reintegrati ma niente assemblee

di Adriana Pollice – il manifesto

Pomigliano. Per il Lingotto sarebbe esaurito il monte ore previsto per le riunioni sindacali. Doppio gioco di Fim e Uil. Poi cedono

La Fiat ha dovuto accet­tare una tre­gua con la Fiom dopo la sen­tenza della Corte Costi­tu­zio­nale ma non per que­sto i diritti sin­da­cali diven­tano di facile accesso per i metal­mec­ca­nici della Cgil. Nello sta­bi­li­mento di Pomi­gliano d’Arco, per esem­pio, per indire un’assemblea biso­gna pia­ni­fi­care una stra­te­gia di guerra. Lunedì scorso, infatti, l’azienda ha comu­ni­cato alla Fiom che l’incontro di due ore con gli ope­rai, richie­sto il 3 dicem­bre e pre­vi­sto per domani, non ci sarebbe stato per­ché le orga­niz­za­zioni fir­ma­ta­rie (Fim, Uilm, Fismic e Ugl) hanno già impe­gnato tutto il monte ore dispo­ni­bile (dieci in un anno). Non solo, non sareb­bero inten­zio­nate a divi­derle con la Fiom nep­pure l’anno prossimo.

La prima assem­blea all’interno dei can­celli del Giam­bat­ti­sta Vico dal 2010 era anche un atto sim­bo­lico, la pos­si­bi­lità di par­lare con gli ope­rai sul luogo di lavoro e non inter­cet­tan­doli all’ingresso, sotto lo sguardo delle guar­die giu­rate. «Abbiamo rispo­sto – rac­conta Franco Per­cuoco, della segre­te­ria Fiom per il set­tore auto – che vole­vamo vedere il calen­da­rio delle altre orga­niz­za­zioni, così avremmo fatto l’assemblea in con­tem­po­ra­nea con la loro. Oggi (ieri ndr) ci è arri­vata una nuova comu­ni­ca­zione: le altre sigle rinun­ciano a un’ora per per­met­terci di tenere la nostra riu­nione». La data dovrebbe slit­tare al 18 dicembre.

Si tratta per i sin­da­cati del sì di una scon­fes­sione delle pro­prie opi­nioni espresse mar­tedì: «Le assem­blee — spie­gava Giu­seppe Ter­rac­ciano, segre­ta­rio gene­rale della Fim di Napoli — sono nella dispo­ni­bi­lità delle Rsa delle orga­niz­za­zioni di cate­go­ria fir­ma­ta­rie di con­tratto, per cui noi non pos­siamo rico­no­scere chi il con­tratto non lo ha sot­to­scritto». Ieri invece Cre­scenzo Auriemma, segre­ta­rio regio­nale Uilm, spie­gava: «Le Rsa hanno con­se­gnato all’azienda un docu­mento uni­ta­rio con il quale rinun­ciano a un’ora. In que­sto modo la Fiom potrà usu­fruirne quando e come meglio crede». Un cam­bio di rotta a cui replica ancora Per­cuoco: «Difronte alla nostra volontà di tenere comun­que l’incontro hanno dovuto cedere. Sanno che la sen­tenza della Corte obbliga la Fiat a farci eser­ci­tare i nostri diritti sin­da­cali, se aves­sero insi­stito avremmo sol­le­vato il pro­blema nelle sedi oppor­tune. Non hanno voluto fare l’assemblea con noi? Non è escluso che ci pre­sen­te­remo comun­que alla loro». L’oggetto della discus­sione restano i con­tratti di soli­da­rietà: circa 2mila ope­rai lavo­rano tutti i giorni da tre anni men­tre altret­tanti sono in cassa inte­gra­zione, molti non sono mai tor­nati sulle linee. I 19 della Fiom che hanno vinto la causa per discri­mi­na­zione hanno fatto brevi rota­zioni nella logi­stica o come test dri­ver ma nes­suno ha avuto accesso ai reparti dove si lavora la Panda, l’unico modello sfor­nato nel napo­le­tano. «Con i con­tratti di soli­da­rietà – con­clude Per­cuoco — si vuole ini­ziare a dare una rispo­sta ai tanti lavo­ra­tori esclusi e ridare una dignità a quelli sulle linee, supe­rando di fatto la divi­sione della fab­brica in tre set­tori A, B e C nata pro­prio come spau­rac­chio per tenerli sem­pre in silen­zio e sot­to­messi. E’ una solu­zione tem­po­ra­nea in attesa di nuovi modelli che garan­ti­scano la piena occu­pa­zione per Pomi­gliano, Nola e l’indotto auto, come la Pcma».


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