Rifondazione va ai supplementari: a gennaio direzione e segretario

Rifondazione va ai supplementari: a gennaio direzione e segretario

di Riccardo Chiari – il manifesto – “Rifon­da­zione comu­ni­sta non è un par­tito ‘pre­si­den­ziale’ – ricorda Paolo Fer­rero – demo­cra­zia e par­te­ci­pa­zione hanno biso­gno di tempo”. Un mese circa, fino alla prima riu­nione del Comi­tato poli­tico nazio­nale eletto dome­nica al con­gresso di Peru­gia. Appun­ta­mento con­vo­cato per l’11 gen­naio pros­simo, con all’ordine del giorno l’elezione degli orga­ni­smi diri­genti del par­tito e del segre­ta­rio. Che con tutta pro­ba­bi­lità sarà di nuovo Fer­rero. Lo fanno capire la pro­po­sta poli­tica uscita net­ta­mente vin­cente dal con­gresso, por­tata avanti dal segre­ta­rio uscente e riba­dita fra gli applausi nella rela­zione finale. Anche le forze in campo nel nuovo par­la­men­tino di Rifon­da­zione. Ma al di là di quel 52% di “fer­re­riani” doc, che pure deli­nea già una mag­gio­ranza, è dallo stesso segre­ta­rio che è arri­vata la pro­po­sta, accolta all’unanimità, di con­ti­nuare la discus­sione: “Una con­sul­ta­zione vera su come orga­niz­zarci, e su chi deve assu­mere i ruoli di dire­zione poli­tica, in modo da garan­tire la mas­sima auto­re­vo­lezza al gruppo diri­gente che uscirà dal congresso”.

Il giorno dopo, Fer­rero pre­cisa ancor di più il senso della sua pro­po­sta: “Il pro­blema non è che ‘Rifon­da­zione ha la linea ma non il segre­ta­rio’. Quando sabato ne abbiamo par­lato fra di noi, le per­ples­sità sono state minime. Il punto è riba­dire che cre­diamo sul serio alla neces­sità del rin­no­va­mento, anche di come fun­zio­niamo. E allora ci pren­diamo il tempo neces­sa­rio per una discus­sione tra­spa­rente su chi deve por­tare avanti la linea poli­tica che ci siamo dati. Il con­gresso ha risolto le que­stioni di merito. Ma non c’è stato il tempo di affron­tare i pro­blemi di metodo. Da come deve fun­zio­nare il par­tito, alla neces­sità di essere sem­pre più ‘corti’ nel rap­porto con i ter­ri­tori. Su que­sto ver­sante c’è già un primo risul­tato, visto che l’80% del nuovo Cpn è fatto da diri­genti locali. Ed è dal loro lavoro quo­ti­diano, su espe­rienze con­crete, che dob­biamo par­tire. Per inter­cet­tare quel disa­gio sociale, molto con­si­stente, che non si è certo atte­nuato in quest’ultimo periodo. Anzi sta ancora aumentando”.

Dalla discus­sione fra i 170 nuovi eletti nel Cpn e una mini com­mis­sione nomi­nata al con­gresso (Mimmo Capo­russo, Dino Greco e Gio­vanna Capelli), arri­ve­ranno sug­ge­ri­menti e cri­teri per la for­ma­zione della dire­zione nazio­nale, della segre­te­ria e della scelta del segre­ta­rio. “Sarebbe sba­gliato sce­gliere discu­tendo tra aree e sotto aree. Sarebbe il peg­gio di come ha fun­zio­nato finora il par­tito”. Men­tre da que­sta nuova con­sul­ta­zione, osserva Fer­rero, potrà arri­vare una effet­tiva rispon­denza fra il gruppo diri­gente (“che io penso possa essere uni­ta­rio, con­ti­nuando a discu­tere con le altre mozioni e all’interno della nostra”), e la pro­po­sta poli­tica vin­cente a Peru­gia. “Quella di un pro­cesso costi­tuente della sini­stra, demo­cra­tico e da far par­tire ‘dal basso’, che sap­pia costruire l’alternativa con­tro que­sta Europa, le poli­ti­che di auste­rity e il governo Letta. Un pro­cesso auto­nomo e alter­na­tivo al cen­tro sini­stra e al Pd, che con la vit­to­ria di Mat­teo Renzi si con­ferma il ‘par­tito demo­cri­stiano’. Non è un caso infatti che il nuovo segre­ta­rio Pd dica subito con chia­rezza: ‘Letta, vai avanti’”.

Nel pros­simo fine set­ti­mana il Prc par­te­ci­perà con una sua dele­ga­zione al con­gresso della Sini­stra Euro­pea. Dove, in vista delle ele­zioni con­ti­nen­tali di mag­gio, sarà riba­dita la can­di­da­tura a pre­si­dente del greco Ale­xis Tsi­pras di Syriza, in con­trap­po­si­zione al Par­tito socia­li­sta euro­peo e al suo can­di­dato Mar­tin Schulz. Piut­to­sto sull’esito del con­gresso di Peru­gia restano i dubbi dell’area Essere Comu­ni­sti, che pure ha appro­vato il docu­mento di mag­gio­ranza (76%) ma ha visto ulte­rior­mente limare il suo con­senso interno: “Vedremo come si con­clu­de­ranno le con­sul­ta­zioni – osserva Clau­dio Grassi – certo resta ancora da scio­gliere il nodo dell’elezione del segre­ta­rio, punto che era alla base di un nostro emen­da­mento teso a un rin­no­va­mento gene­rale. E le nostre per­ples­sità restano”.


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