Occupy Porta Pia, ecco le richieste urgenti a Lupi su emergenza casa
Pubblicato il 22 ott 2013
di redattoresociale.it
Un piano straordinario per l’edilizia residenziale pubblica, il blocco degli sfratti e della vendita del patrimonio pubblico. E ancora: la lotta agli affitti in nero, la questione dell’Imu sull’invenduto e della service tax. Il tema casa arriva oggi sul tavolo del ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, che riceverà in due diversi incontri (uno alle 17 e uno alle 18) l’Unione inquilini e i movimenti per la casa, che hanno dato vita a #Occupy Porta via. Tante le richieste, ma anche le proposte concrete, che verranno presentate per affrontare la questione casa, diventata ormai emergenziale a a Roma e su tutto il territorio nazionale.
Le proposte dei movimenti per la casa. Sono tutte racchiuse in un documento in dieci punti le richieste che oggi i nove delegati dei movimenti della casa porteranno sulla scrivania del ministro:Innanzitutto si chiede un blocco generalizzato degli sfratti, compresi quelli per morosità definita “incolpevole” dai rappresentanti dei movimenti. “Gli sfratti per morosità rappresentano il 90 per cento degli sfratti totali – spiega Paolo Di Vetta, dei Blocci precari metropolitani –. Ma non è una morosità per scelta ma dovuta alla crisi, alla perdita del lavoro di quello che è ormai un ceto medio impoverito. Questo porta all’impossibilità di pagare il canone d’affitto. Per questo pensiamo che anche un blocco dell’aumento degli affitti potrebbe aiutare a risolvere almeno in parte la situazione”. Si chiede poi lo stop a pignoramenti e sgomberi. Ma tra gli interventi che il Governo dovrebbe realizzare al più presto c’è un p iano straordinario di emergenza per l’edilizia residenziale pubblica. “Non un vero e proprio piano casa -aggiunge Di Vetta – ma un intervento che interviene sulla situazione emergenziale”. Al punto tre delle richieste da parte dei movimenti c’è il r iutilizzo del patrimonio pubblico e di quello privato tenuto sfitto, quello degli enti previdenziali e dei fondi immobiliari, e blocco delle vendite. Si chiede poi la ricognizione dei fondi ex Gescal e di quelli disponibili destinati all’housing sociale, compresi i Fondi europei, per destinarli ad una programmazione di edilizia sovvenzionata (Erp). Tra le richieste quella di una garanzia dell’alloggio per tutti gli studenti e la rigenerazione urbana e il riuso delle città con consumo di suolo azzerato. Infine i movimenti chiederanno la sovranità decisionale sulle scelte urbanistiche e paesaggistiche, l’introduzione del principio dello ius soli, la libertà di movimento e di residenza. E il trasferimento delle risorse destinate a grandi opere e grandi eventi ad un fondo destinato a garantire il diritto alla casa, al reddito, alla salute, alla mobilità. “Sull’incontro col ministro Lupi non siamo ottimisti -conclude – ma è importante che il ministro abbia deciso di incontrare persone dipinte come possibili ‘sfasciavetrine’”.
Le proposte dell’Unione inquilini. Massimo Pasquini, segretario dell’Unione inquilini, illustrerà invece a Lupi tre proposte articolate, frutto della Giornata di mobilitazione nazionale “Sfratti zero”. “Chiederemo per prima cosa di mettere in campo una visione di lungo periodo, un vero e proprio piano casa immediato e non emergenziale - spiega - ogni anno ci sono 70mila sentenza sfratto, oltre 60mila sono per morosità incolpevole. Ci sono poi o ltre un milione di alloggi affittati in nero, per un’evasione fiscale pari a 5 milioni euro . Questi numeri ci fanno capire che il problema casa non si può affrontare come emergenza ma in maniera strutturale. E soprattutto non si può risolvere costruendo altre abitazioni. Secondo l’Istat dal 2001 al 2011, nel nostro paese sono state edificate quasi tre milioni di case, nello stesso periodo 650mila famiglie sono rimaste in graduatorie per le case popolari, e sono aumentate quelle che hanno subito lo sfratto esecutivo”. Per Pasquini tutti i piani casa “non si riferivano al fabbisogno reale della popolazione, ma hanno alimentato solo la speculazione edilizia e non hanno avuto nessun impatto sociale”. Per l’Unione inquilini, invece, attraverso il recupero del demanio civile e militare si potrebbe evitare di costruire ancora. Ci sono poi 30mila case popolari chiuse(5mila solo a Milano) che potrebbero essere assegnate subito e costituirebbero un primo intervento di aiuto per una parte delle famiglie. Inoltre, per evitare gli sfratti per morosità, l’Unione inquilini chiederà al ministro di appoggiare la proposta di togliere l’Imu sulla seconda casa ai proprietari che rinnovano il contratto alle famiglie con sfratto esecutivo, al 50per cento in meno del canone. “E’ una proposta forte -spiega Pasquini – ma potrebbe evitare che ogni anno ci siano 30mila sfratti in più”. Secondo gli inquilini, inoltre, è “inopportuno togliere l’Imu all’invenduto, e che la service tax sia pagato da chi prima ne era esente. È necessario invece mettere in campo una vera e propria “lotta al nero” , da cui deriverebbero molte risorse per piano casa vero e proprio. L’unione inquilini propone anche di utilizzare per l’edilizia sociale le caparre versate ai proprietari di casa mettendole in un fondo. (ec)
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