Suggestioni di un ritorno alla Diaz

Suggestioni di un ritorno alla Diaz

di Checchino Antonini – liberazione.it –

Le vittime del G8 rientrano nella scuola assalita dalla polizia nel 2001

«Ho sempre pensato poco a quel momento lì, quelle rare volte, però, è stato stupore e terrore», dice Lorenzo Guadagnucci, giornalista toscano e autore di “Noi della Diaz”, vittima di quella notte di mattanza cilena nella scuola dormitorio dei manifestanti no global.

Mark Covell, che fu quasi ammazzato, continua ad avere dei flashback «molto fastidiosi» di quella notte che provava ad attraversare la strada da una scuola all’altra, dal dormitorio per i naufraghi del nubifragio di un paio di giorni prima, al quartier generale del Genoa social forum. Quello che il mediattivista inglese non sapeva era che tutt’e due le scuole, nei piani di chi comandava l’ordine pubblico, erano considerate covi di black bloc, serbatoi di capri espiatori per un’opinione pubblica sotto choc dopo le violenze di strada e l’omicidio da parte di carabinieri di un ventitreenne.

Lorenzo e Marc, Arnaldo Cestaro (libro vivente di partigiano, comunista, lavoratore del Novecento) sono riusciti a tornare in quella scuola dove la loro vita è mutata in peggio, dove per poco non venivano uccisi oppure incastrati con le accuse terribili di devastazione, saccheggio e terrorismo che erano state confezionate da apparati dello Stato infedeli.

«Il peggio è stato il tempo fra il pestaggio e l’uscita», continua Guadagnucci e per molti dei 93 arrestati illegalmente quella notte si spalancò l’altro inferno di Bolzaneto.

Ora è giusto ricordare che quelle scene di ferocia furono compiute da dipendenti dello Stato sotto gli occhi dei loro dirigenti che non li avrebbero mai traditi. Quei poliziotti continuano a gestire la legalità e l’ordine pubblico in un Paese sempre più stremato da allora. Solo alcuni dei funzionari di quella notte sarebbero stati condannati grazie al lavoro di un paio di pm coraggiosi, indisponibili all’insabbiamento. Non si può dire altrettanto di chi ha pilotato l’inchiesta sull’omicidio di Carlo Giuliani. Ma intanto, per ora, il tribunale di Sorveglianza ha respinto la richiesta di alcuni di loro di poter essere affidati ai servizi sociali anziché trascorrere in carcere quello scampoletto di pena che, tra prescrizioni e indulto, rischiano di dover scontare. E’ un segnale positivo, anche se piccolissimo, in confronto all’archiaviazione definitiva di altri 255 casi di violenza di strada e del tentato omicidio di Marc Covell, oppure alle pene tremende toccate a chi ruppe un vetro o bruciò una camionetta vuota. Domani, intanto, Sestri Ponente vedrà la prima manifestazione dei lavoratori Finmeccanica dell’era De Gennaro, il regista della polizia del G8 appena nominato ai vertici della grande holding parastatale che rischia una miriade di dismissioni e privatizzazioni.

Arnaldo Cestaro, era il più anziano all’interno della Diaz, come sempre ha portato le fotografie di quei giorni, ingessato e su una sedia a rotelle. Da allora non ha mai mollato. E c’era Enrica Bartesaghi, madre di una delle ragazze ferite durante l’irruzione e poi inghiottita dalla prigione provvisoria di Bolzaneto e risputata in un carcere piemontese. Per tutti è stata forse una sorta di “terapia” collettiva, a 12 anni dai fatti, il ritorno nell’istituto scolastico dove la notte del 21 luglio 2001 ci furono l’irruzione e i pestaggi da parte delle forze dell’ordine ricordati come parte della più immane sospensione dei diritti in Occidente dopo la II guerra mondiale. Ma forse la mission di questo ritorno, consentito dal preside e dall’attivismo di alcuni docenti, è quello di un passaggio di testimone da una generazione traumatizzata da quel luglio a una più giovane e che potrebbe iniziare a progettare modi e maniere per ricordare e ricominciare la lotta per un altro mondo possibile.

Ad accompagnare i “reduci” oggi c’erano anche molti medici e rappresentanti del Genoa Social Forum, che quella notte hanno assistito alla drammatica uscita dei feriti. Tra loro Vittorio Agnoletto, portavoce di allora, che propone di i nserire la scuola Diaz nei beni storici tutelati dallo Stato: «E’ un dato di fatto che la Diaz rappresenti uno degli eventi più importanti della nostra storia e credo quindi che lo Stato debba in qualche modo ricordarlo e fissare questo ricordo. Penso ad una dichiarazione formale del Ministero dei Beni culturali e ad una targa».


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