Sanitopoli abruzzese, Ferrero: sentenza conferma battaglia Prc contro corruzione
Pubblicato il 22 lug 2013
Cinque anni dopo l’arresto di Ottaviano Del Turco, oltre ad assessori, consiglieri regionali e manager pubblici e privati, oggi arriva la sentenza di primo grado relativa all’inchiesta ‘Sanitopoli’, su presunte tangenti nella sanità privata abruzzese, che il 14 luglio 2008 travolse la Giunta regionale, portando l’Abruzzo a elezioni anticipate. Il 12 giugno scorso il pm ha chiesto per Del Turco una condanna a 12 anni. Sono 25 in totale le persone che dovranno essere giudicate per accuse che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, all’abuso, alla concussione, al falso, alla truffa, al riciclaggio. Fra loro l’ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, “il grande accusatore”: dalle sue rivelazioni ebbe inizio la vicenda. Fu proprio l’ imprenditore, che nel processo è sia imputato (la richiesta del pm è di 3 anni) sia parte lesa (11 milioni di euro per danni morali la sua richiesta di risarcimento), a dichiarare ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni di euro, in cambio di agevolazioni, ad alcuni amministratori pubblici regionali di centrosinistra e di centrodestra. E fu sempre lui a fare il nome di Del Turco come beneficiario di tangenti. Secondo l’accusa, in sostanza, dal 2003 al 2008 i vertici di due amministrazioni regionali, quella di Giovanni Pace prima e quella di Del Turco poi, sarebbero stati protagonisti di un malaffare che avrebbe portato pian piano al tracollo della sanità abruzzese. Già condannato, invece, a due anni di reclusione dalla Corte d’Appello dell’Aquila per il reato di concussione per induzione, l’ex presidente di centrodestra della Regione, Pace che era stato assolto da tutte le accuse contestate. Nel procedimento, attualmente in corso nel Palazzo di giustizia pescarese, oltre alle 25 persone risultano imputate anche due società: Villa Pini d’Abruzzo e Barclays Bank.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara: ”La sentenza sulla Sanitopoli abruzzese è l’ennesima riprova che l’intreccio affaristico tra politica e privati è la principale causa dei mali della sanità italiana. Viene confermata la battaglia condotta da Rifondazione comunista in Abruzzo che, come ricordato dai pm anche durante la requisitoria, per anni con interrogazioni, esposti alle Procure e una continua attività di analisi e informazione ha denunciato il perverso rapporto tra Angelini e la politica”.
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