Sì alla legge contro la violenza sulle donne

Sì alla legge contro la violenza sulle donne

di Rassegna.it -
La violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani. Via libera unanime dell’aula del Senato alla ratifica e esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, firmata a Istanbul l’11 maggio 2011. I sì di Palazzo Madama sono stati 274, con un solo astenuto. “La ratifica all’unanimità, come già era successo alla Camera tre settimane fa, è motivo di soddisfazione e orgoglio. Il segno più tangibile dell’impegno di questo Parlamento su un tema cruciale come quello della violenza alle donne. Adesso la ratifica è definitiva, da parte dell’Italia: anzi, il nostro è uno dei primi Paesi dell’Unione a recepire la Convenzione”. Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini.

“Mi auguro che l’Italia si faccia ora promotrice all’interno del Consiglio d’Europa di un’azione che porti alla ratifica da parte di almeno dieci Paesi, passaggio necessario perché la Convenzione diventi operativa”, aggiunge. “Averla ratificata è un segnale importante, soprattutto perché per la prima volta i maltrattamenti contro le donne vengono inseriti nell’ambito della violazione dei diritti umani. Adesso però è necessario dare seguito all’impegno preso dal Parlamento con questa ratifica. E dare seguito significa soprattutto trovare la copertura finanziaria per le misure che la Convenzione ci richiede, misure innanzitutto preventive. Senza mai dimenticare che la battaglia che abbiamo di fronte è prima di tutto culturale”.

COS’E’ LA CONVENZIONE DI ISTANBUL. La Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, chiamata comunemente Convenzione di Istanbul, è stata approvata dal Comitato dei ministri dei paesi aderenti al Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma dall’11 aprile 2011. Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.

Più precisamente, si vuole “prevenire e contrastare la violenza intrafamiliare e altre specifiche forme di violenza contro le donne, di proteggere e fornire sostegno alle vittime di questa violenza nonché di perseguire gli autori”. La Convenzione, che da oggi è legge in Italia, ha tra i suoi principali obiettivi l’individuazione di una strategia condivisa per il contrasto della violenza sulle donne, ma anche la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. Mira inoltre a promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Ma l’aspetto più innovativo del testo è senz’altro rappresentato dal fatto che la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.

Tra l’altro, viene riconosciuta ufficialmente la necessità di azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella presa in carico delle vittime e la necessità di finanziare adeguatamente le azioni previste per la prevenzione e il contrasto, nonché per il sostegno alle vittime e lo sviluppo dei servizi a loro dedicati. Prevista anche la protezione e il supporto ai bambini testimoni di violenza domestica; viene chiesta la penalizzazione dei matrimoni forzati, delle mutilazioni genitali femminili e dell’aborto e della sterilizzazione forzata.

Si riconosce, infine, il ruolo fondamentale svolto dalla società civile e dall’associazionismo in questo settore. La Convenzione è stata firmata dall’Italia (dall’allora ministro Elsa Fornero) nel settembre scorso a Strasburgo. L’Italia, con il via libera di oggi al Senato, è il quinto Paese ad averla ratificata. Per entrare in vigore, ha bisogno del via libera di dieci paesi, di cui almeno otto membri del Consiglio d’Europa.


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