Trenta parlamentari grillini pronti allo strappo

Trenta parlamentari grillini pronti allo strappo

di Fabio Luppino -
Non è più solo un malessere. Il dissenso interno grillino verso Grillo sta raggiungendo le vette del non ritorno. Tremano al pensiero della scomunica, ma in molti sono anche persuasi che andando avanti così il Movimento finirà in un vicolo cieco e loro con esso.

Sono ormai circa trenta i parlamentari Cinque stelle pronti allo strappo. Più di dieci al Senato e una nutrita pattuglia di venti persone alla Camera. L’insofferenza è fortissima. Stasera non è stato possibile nemmeno il confronto sulla scomunica emessa contro Rodotà, così come su tutto quel che rende imbarazzante per i dissidenti la loro attività parlamentare. Non hanno alcuna voglia di sottostare ancora alla violenza verbale di capi e capetti, non ci tengono più a passare per pezzi di merda se hanno un’opinione diversa. Una pratica iniziata subito, con il voto per l’elezione di Pietro Grasso. Altro che streaming, oscurantismo.

Stasera lo scontro è stato anche sulla comunicazione e sui parlamentari ‘scelti’. Il no alla partecipazione a trasmissioni tv doveva valere per tutti, si osserva, poi scopriamo dai media che Beppe ha chiamato singolarmente dieci o dodici persone, è la sostanza dell’osservazione, un metodo di chiamata dall’alto che non piace visto che non c’è stata né una scelta, ad esempio, di individuare un parlamentare per commissione o di tirare a sorte. Se uno vale uno, tutti devono essere messi nella stessa posizione. E poi, è chiaro che se fra sei mesi, per esempio, si va a elezioni, chi è stato prescelto per partecipare a dibattiti televisivi viene avvantaggiato. Alla fine della discussione si e’ detto che il corso di formazione a cui parteciperanno già domani i primi dieci dodici parlamentari sarà poi esteso a tutti. Ma non manca in proposito lo scetticismo. Sarebbe stato lo stesso Roberto Fico, candidato M5S alla presidenza della commissione vigilanza Rai, secondo quanto si era diffuso nelle scorse settimane, a chiedere che la questione venisse posta all’ordine del giorno. Su 70 hanno detto di sì almeno in 55 e dunque se né è parlato. Lo stesso Fico avrebbe fatto presente che sono stati Grillo e Casaleggio a decidere.

Insomma un clima permanente da Fattoria degli animali orwelliana. Currò, Battista, Zaccagnini solo per citare quelli il cui dissenso è stato più manifesto, tanto quanto l’accanimento del quartier generale grillino contro di loro, sono pronti insieme ad altri al grande passo. Quello preteso da Grillo non è nemmeno centralismo democratico, è puro stalinismo. E molti parlamentari, al pari di moltissimi elettori, non ci stanno a fare i coltivatori di false illusioni.

da Globalist.it


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