«Pronti a governare l’uscita dal liberismo»
Pubblicato il 30 mag 2013
Intervista a Cayo Lara di Giuseppe Grosso -
Cayo Lara, 61 anni, è deputato e presidente del gruppo parlamentare La izquierda plural e, dal 2008, coordinatore generale di Izquierda unida (Iu). Durante l’ultimo congresso è stato riconfermato con voto unanime alla guida del partito, che alle politiche del novembre 2011 ha sfiorato il 7% conquistando 11 seggi. Secondo i sondaggi, dalla data delle scorse elezioni generali, sotto la sua guida, Iu avrebbe triplicato i consensi raggiungendo una percentuale tra il 15 e il 19%.
In Spagna, come in Italia e in altri paesi europei, il bipartitismo sta attraversando una grave crisi. A che cosa si deve?
Il bipartitismo attualmente non ha nulla da offrire. A causa della sua autoreferenzialità e inettitudine, ha avuto un ruolo cruciale nell’incubazione di questa crisi, ma ora non ha nessuna soluzione da proporre.
È possibile che – almeno in Spagna – si tratti di una crisi letale per questo modello politico?
La crisi del bipartitismo è evidente. L’appoggio popolare a questo schema politico è in costante caduta e il modello stesso è stato ormai messo in discussione. Tuttavia la portata delle conseguenze di questo declino la conosceremo solo col tempo. Ciò che è chiaro, per ora, è che la gente si è stancata di questa sterile alternanza e cerca alternative politiche che tengano in considerazione i veri problemi di questa società.
I sondaggi collocano Iu molto vicino al Psoe. Superare i socialisti è un obiettivo?
Il nostro obiettivo è cambiare la situazione del paese. Iu ha lo sguardo puntato solo sulla classe lavoratrice, nel senso più ampio di questa definizione. Riteniamo di poter fornire soluzioni concrete ai problemi che riguardano più da vicino i lavoratori, come l’occupazione, l’educazione, il sistema di tassazione e le pensioni, ed è questa la nostra priorità. L’obiettivo di Iu è l’opposizione alle politiche neoliberiste indipendentemente da quale sia la sigla che le applica. Con questi presupposti lavoriamo costantemente per conseguire un appoggio sempre più ampio, che ci consenta di ribaltare le politiche che ci hanno portato in questa situazione e di restituire alla cittadinanza quella sovranità e quel potere decisionale che il sistema politico attuale le ha sottratto per consegnarlo ai mercati.
L’avanzata di Iu è un fenomeno occasionale, dovuto alla reazione dei cittadini alla situazione attuale, o denota una vera volontà di cambiamento politico?
Non credo che si tratti di un fatto occasionale. L’ascesa di Iu è costante e progressiva ed è iniziata già con le politiche del novembre del 2011. Credo invece che si stiano verificando dei cambiamenti profondi nella società, che Iu ha saputo intercettare e a cui – al contrario dei partiti tradizionali – è riuscita a dare risposta. È evidente che il dissenso popolare nei confronti della situazione attuale è alto, così come la frustrazione e la delusione dei cittadini per la gestione della crisi da parte dei partiti maggioritari. Questi fattori stanno erodendo le strutture obsolete di questo sistema politico e che avranno ripercussioni a livello elettorale. Noi ci faremo trovare pronti: Iu ha una chiara vocazione governativa e faremo tutto quanto nelle nostre mani affinché sempre più gente si senta identificata nel progetto politico che difendiamo e portiamo avanti.
Iu si considera il referente politico dei movimenti sociali?
La stessa Iu si definisce come un movimento sociale e politico, piuttosto che come un partito. Moltissimi dei nostri militanti sono attivisti dei numerosi movimenti di protesta fioriti in Spagna begli ultimi anni e ci sentiamo molto a nostro agio collaborando con questa parte della società. D’altro canto noi non vogliamo guidare né presiedere nessun movimento: abbiamo sempre camminato di fianco ad essi, senza nessuna volontà di protagonismo, lottando per obiettivi comuni. E continueremo in questa direzione, appoggiando i movimenti – e quindi le battaglie dei nostri elettori che di essi sono parte integrante – a cui va riconosciuto il merito di aver smosso le coscienze e ripoliticizzato la società.
Qual è la vostra risposta ai 6 milioni di disoccupati?
Alla disoccupazione rispondiamo con una proposta per lo sviluppo di un’economia produttiva sostenibile. Le risorse per finanziarla esistono e si possono trovare con la lotta contro l’evasione fiscale e con la creazione di un sistema di tassazione progressivo e proporzionale alla ricchezza. Questi sono i punti di partenza imprescindibili per instaurare un modello economico che crei impiego finanziando la ripresa del settore pubblico e della piccola e media impresa. Sul lungo termine è necessario costruire una politica industriale nuova, sostenere il mercato interno e fomentare la domanda e gli investimenti. Sul breve periodo, invece, bisogna riattivare la speranza degli ultimi e trovare urgentemente soluzioni per chi non ha risorse come i parados de larga duración (chi non lavora da almeno un anno, ndr): noi abbiamo proposto un piano di lavoro e formazione finanziato con fondi statali, in collaborazione con i comuni.
Come immagina il panorama politico spagnolo tra 5 anni?
Immagino un paese in cui la politica sia al servizio dei cittadini e non dei mercati; in cui i diritti della popolazione siano garantiti dallo Stato. Un paese con una sanità e un’istruzione realmente pubbliche, in cui si lotti contro la povertà. Non sarà facile, ma l’entusiasmo e la voglia non ci mancano.
Iu è pronta per governare?
Certamente. Abbiamo gente preparata, esperienza di governo a livello municipale e regionale. Abbiamo un programma, tante idee, e molta fiducia.
Il Manifesto – 30.05.13
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