Ingroia in Emilia-Romagna

Ingroia in Emilia-Romagna

di Agostino Giordano -
Ieri il tour elettorale di Antonio Ingroia ha fatto tappa in Emilia-Romagna, suscitando entusiasmi in tutte le città in cui si è intrattenuto e gli incontri organizzati nei diversi luoghi si sono trasformati in assemblee molto partecipate, dense di passione e contenuti politici, nonché piene di giovani.
Il giro è cominciato a Ravenna, dove la conferenza stampa convocata alle 10 di mattina, in una grande sala nei locali della sede provinciale, si è trasformata in un vero e proprio happening fra applausi, interventi appassionati di diversi candidati e abbracci di gioia fra persone che hanno trovato o ritrovato gli stimoli e l’orgoglio di appartenere a un percorso comune. Cosa molto insolita e particolare che ciò sia avvenuto di mattina, in orario lavorativo.
Alle 13 la carovana di Ingroia si è spostata a Ferrara, dove ad accoglierlo è stato lo stesso entusiasmo, in una conferenza stampa allestita in un gazebo di un bar. Nella città di Federico Aldrovandi, all’indomani della condanna  per tre dei quattro poliziotti colpevoli del suo omicidio, forte è stata la richiesta, riferita allo stesso Ingroia da Patrizia Moretti, di un impegno concreto contro la repressione e per la verità, per l’introduzione in Italia del reato di tortura e per l’indentificazione delle forze dell’ordine.
Nel pomeriggio il candidato premier di “Rivoluzione civile” è giunto prima a Parma, dove ha trovato la medesima accoglienza e ha ribadito i punti cardine della proposta politica di rivoluzione civile: alternatività al centro – sinistra dell’agenda Monti, far pagare i costi della crisi a coloro che sono in grado di farlo, rimettere al centro i valori della Costituzione e lotta a corruzione e malaffare. L’appuntamento successivo invece è stato a Cavezzo (Modena), in uno dei luoghi simbolo delle zone emiliane colpite dal sisma la scorsa primavera, dove forte è l’esigenza di vigilare contro la criminalità organizzata, che tenta continuamente di infiltrarsi nella faticosa dinamica di ricostruzione dei territori fortemente colpiti dal terremoto e che stentano a rilanciare le attività produttive, specie in periodo di crisi. Ingroia ha ben interpretato questa richiesta “dal basso” di giustizia e legalità.
La visita in Emilia-Romagna si è conclusa in serata a Bologna, dove c’è stato un vero e proprio bagno di folla (6 – 700 persone come minimo), in una grande e ampia sala congressi in un hotel nei pressi della stazione centrale, che sembrava davvero piccola alla gente che vi si è ammassata fuori e all’interno. Ma la voglia di partecipare, ascoltare, intervenire è stata tale che nessuno ha avvertito la fatica di stare in piedi o accovacciati a terra. L’entusiasmo che si respirava e le facce nuove che si son viste, soprattutto di giovani che sono rimasti fino a tarda ora, fanno davvero ben sperare. Allo stesso modo di quegli applausi assordanti che scattavano ogni qual volta si ribadivano le istanze della sinistra, le nostre istanze: antifascismo, lavoro, diritti, difesa della scuola pubblica, pace, solidarietà internazionale e tanto altro.


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