Il presidenzialismo, altra faccia del populismo
Pubblicato il 3 apr 2013
di Lidia Menapace -
Sono sempre stata molto avara di riconoscimenti a Napolitano. Lo conosco da molti anni come rappresentante della destra migliorista del Pci, e da ultimo come attivo promotore del presidenzialismo. Nessuno dei due atteggiamenti costituisce reato ed è da contestare politicamente, quando non si è (come capita a me) favorevoli ad esso: come è ovvio anche essere contro il presidenzialismo non costituiscre reato.
Tuttavia che cosa mi ha fatto essere particolarmente negativa nei confronti di Napolitano? il fatto che egli a me sembra da tempo attivamente impegnato a far diventare l’Italia una repubblica presidenziale di fatto, come “costituzione materiale” si suol dire, non percorrendo pulitamente e pubblicamente la strada delle procedure previste nella Costituzione per le riforme costituzionali. Il presidente suol prender la parola su quasi tutte le questioni che capitano.
A mio parere questo atteggiamento è diventato particolarmente frequente e significativo da quando dichiarò che l’Italia doveva entrare nella guerra di Libia. Il fatto si verificò mentre era in corso a Torino il congresso dell’Anpi. Prendendo la parola, sia pure in modo molto attento e rispettoso dissi in sostanza che non gli competeva di pronunciarsi sulla politica estera italiana e che avrei considerato il suo intervento scorretto anche se avesse dichiarato, il che mi sarebbe stato gradito politicamente, che non dovevamo affatto entrare in guerra con la Libia. Le approvazioni di questo mio atteggiamento furono di gran lunga minori delle disapprovazioni, il che capita e continua a non essere un reato, ma invece di provocare un dibattito, il fatto passò tra le cose che si sussurrano. A me questo atteggiamento non piace, ma poichè non voglio fare la mosca cocchiera, me ne stetti zitta, a poco a poco soffrendo sempre più di “asma da coesione”. Napolitano consiglia suggerisce loda a tal punto la “coesione” che quasi ogni parola di dissenso gli suona stonata.
Intanto nel paese prende vigore una montata eccezionale di populismo grillino, che metà basterebbe: Napolitano nomina il governo tecnico, il che a me parve quasi un colpo di stato e da allora i comportamenti disinvolti e contradditori sono quotidiani : sembra addiritura che avvengano senza consultazioni: Monti (se c’è uno che le elezioni non le ha vinte, è lui) si è trovato prorogato con pieni poteri, subito dopo aver dichiarato in parlamento che aspetta solo di potersi ritirare
Vorrei che recuperassimo almeno e solo la precisione e il rispetto formale delle procedure e delle prassi consolidate nella vita della nostra Repubblica. Mi pare di non chiedere troppo.
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