Animali: “Liberate i beagle destinati alla vivisezione”, una nuova Green Hill a Verona

Animali: “Liberate i beagle destinati alla vivisezione”, una nuova Green Hill a Verona

di Laura Eudati -
Sono arrivati appositamente da un allevamento belga specializzato in animali destinati alla sperimentazione. Ora trentadue beagle vivono rinchiusi nelle gabbie dei laboratori veronesi della GlaxoSmithKline, la multinazionale dei farmaci di proprietà americana, e presto verranno utilizzati per sperimentazioni tossicologiche con farmaci per la pressione alta, l’emicrania, le trombosi e le malattie psichiatriche.

Per salvare i cani dalla vivisezione le associazioni animaliste hanno manifestato lo scorso weekend davanti ai cancelli della Glaxo, lanciando in contemporanea una petizione su Change.org che ha già raccolto oltre 16mila firme. “Sui beagle il laboratorio di Verona cerca di riprodurre le malattie inducendole artificialmente. Per imitare le malattie del cuore i ricercatori stringono con un filo le arterie coronariche. Sarà questa la fine che faranno i 32 cuccioli?”, si chiedono con un brivido il “Coordinamente fermare Green Hill”, il “Comitato Montichiari contro Green Hill” e il gruppo “Freccia45″, informati costantemente dell’arrivo di animali per la sperimentazione in Italia – non soltanto cani ma anche scimmie e ratti – dai volontari delle dogane che controllano le bolle di accompagnamento delle merci.

Non è casuale l’analogia con la battaglia che lo scorso anno sfociò nella liberazione dei 2500 beagle dell’allevamento “Green Hill”, che riforniva anche la Glaxo. Dopo la chiusura dell’azienda di Montichiari (Brescia), i laboratori veronesi hanno dovuto ripiegare sull’importazione dei cuccioli dall’estero. È successo anche alla Menarini di Pomezia (Roma) che la scorsa settimana dopo le proteste degli anti-vivisettori ha deciso di riconsegnare otto beagle appena giunti dal Belgio per le sperimentazioni farmaceutiche.

La petizione per i 32 beagle della Glaxo è rivolta anche al Ministero della Salute, che ogni anno rilascia il permesso ai laboratori italiani certificati di utilizzare animali per la sperimentazione spesso in deroga ai protocolli nazionali. In poche parole, lasciando la libertà ai ricercatori di vivisezionare cani, gatti e primati, e senza prevedere l’uso dell’anestesia.

«Il nuovo governo deve recepire presto la direttiva dell’Unione europea sulla regolamentazione delle sperimentazioni animali. L’Italia è ancora ferma alla legge del ’92» ricorda la responsabile anti-vivisezione della Lav Michela Kuan. Alla fine del 2012 il recepimento della nuova normativa europea è stato affossato in Senato: conteneva restrizioni come il divieto nazionale di allevamenti di animali destinati alla sperimentazione e l’impulso all’uso di metodi alternativi alla vivisezione.

da Huffingtonpost.it


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