“Folclore” sardo-politico

“Folclore” sardo-politico

di Pietro Diaz – Sassari -

Nell’anno 1793, la Borghesia francese che ha sconfitto l’Assolutismo monarchico e i suoi Organi (Clero e Aristocrazia), che ha installato (mettendole nell’orbita delle istituzioni universalmente possibili) la Repubblica, la Assemblea Costituente, la Convenzione, la Costituzione (insomma gli organi e gli istituti della “democrazia rappresentativa”, del “parlamentarismo reale”, i quali, poi, si diffonderanno nella Europa continentale e altrove), puntando ad esportare quella Rivoluzione (anche) nel Regno Sardo-Piemontese (a monarchia, pur esso, “assoluta”) con lo sbarco delle sue Forze in terra cagliaritana, è battuta, nel vicino mare, dai regnicoli.

Le componenti sarde e piemontesi, di costoro, impresero a disputarsi ferocemente il merito della vittoria, fino che, il giorno 28 aprile dell’anno 1794, le seconde furono sopraffatte dalle prime (a cominciare, simbolicamente, dal Vicerè), e costrette a desistere (temporaneamente allontanate).

Quel giorno, detto “Sa die de Sa Sardigna”, nel quale, a ben vedere, i sardi contesero ai piemontesi il merito di una vittoria controrivoluzionaria, sulla Borghesia (allora classe rivoluzionaria) a prò del Clero, della Aristocrazia, dell’Assolutismo, e presero ad immedesimarsi nel loro Blocco di potere, è (da un ventennio) celebrato quale momento del “riscatto” dei sardi, della sardità….

È stato ultimamente celebrato, in tal maniera, anche dalla “Giunta Pigliaru” e dal “Consiglio Regionale Ganau”, a prevalenza partitica PD, il raggruppamento politico che discenderebbe, in linea retta, dal Partito Comunista d’Italia dopo il Partito Socialista italiano….dai partiti storicamente oppugnanti l’assolutismo monarco-fascista, e riuscenti, nel 1945, alla “rivoluzione francese” italiana (con la Repubblica,la Assemblea costituente, la Costituzione etc…).

Celebrato, dunque, “folcloricamente”, avverbio dello stato di semicoscienza politica (uno “storico” sassarese, plaudendo a quell’evento su un Quotidiano, addirittura, ha proposto la congiunzione commemorativa del “28 aprile” al “25 aprile” simbolo dell’or detta rivoluzione…d’altronde, anche il presidente Pigliaru, commemorandoli con eguale enfasi, li ha congiunti ), che la partecipazione, a quella celebrazione, della “Banda della Brigata Sassari” col suo “inno”, “Dimonios” (musicalmente, vocalmente, tematicamente, esteticamente insomma, “pellita”), ben rimarca.


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