Carcere, i dati reali da riferire al Parlamento europeo

Carcere, i dati reali da riferire al Parlamento europeo

di Patrizio Gonnella, pre­si­dente Antigone
Negli stesi giorni in cui c’è Barack Obama a Roma ci sono pure Juan Fer­nando Lòpez Agui­lar, Franck Engel e Kinga Göncz. Sono i tre com­po­nenti, due socia­li­sti e uno popo­lare, di una dele­ga­zione uffi­ciale del Par­la­mento euro­peo che è venuta a ispe­zio­nare le nostre pri­gioni. Lo sguardo inter­na­zio­nale non si accon­tenta delle ras­si­cu­ra­zioni isti­tu­zio­nali. Ieri la dele­ga­zione ha visi­tato il car­cere romano di Rebib­bia. Domani si recherà in quello napo­le­tano di Pog­gio­reale. Nel mezzo incon­tre­ranno il Guar­da­si­gilli Andrea Orlando e anche il sot­to­scritto, in rap­pre­sen­tanza di Anti­gone. Non so cosa mi chie­de­ranno loro. So cosa dirò io.

Le car­ceri ita­liane sono esa­ge­ra­ta­mente affol­late di per­sone arti­fi­cio­sa­mente defi­nite cri­mi­nali. Non sono affol­late di assas­sini visto che il 2013 è stato l’anno con meno morti ammaz­zati negli ultimi vent’anni. Circa cin­que­cento, cor­ri­spon­dente a uno dei tassi di omi­cidi più bassi di tutta Europa, Scan­di­na­via com­presa. Vi sono nelle car­ceri ita­liane più dete­nuti per reati in vio­la­zione della legge sulle dro­ghe che non per avere com­messo delitti con­tro la per­sona. Ci vuole un cam­bio radi­cale di para­digma, ci vuole una nuova legge sulle dro­ghe che liberi i costumi sociali e gli esseri umani dalla gab­bia del proi­bi­zio­ni­smo. Il sovraf­fol­la­mento, con­tra­stato con gli ultimi prov­ve­di­menti del governo, per­si­ste. Circa 23 mila per­sone non hanno ancora un posto letto rego­la­men­tare. Il gap tra dete­nuti pre­senti e capienza si è effet­ti­va­mente ridotto ma non tanto da assi­cu­rare con­di­zioni di vita digni­tose non­ché il rispetto dei diritti fon­da­men­tali delle per­sone dete­nute. Non è vero che c’è posto per circa 49 mila dete­nuti nelle 205 galere ita­liane. L’amministrazione peni­ten­zia­ria con­ti­nua a con­tare posti che esi­stono solo sulla carta e sulle sta­ti­sti­che. Un esem­pio? Il padi­glione nuovo del car­cere di Livorno è chiuso, così come gran parte del car­cere vec­chio per­ché ina­gi­bile. Eppure sono posti che ven­gono con­teg­giati come se fos­sero uti­liz­zati. Di situa­zioni come Livorno ce ne sono così tante in giro per l’Italia che non può essere un errore cal­co­larli nelle sta­ti­sti­che uffi­ciali. E’ in realtà un bluff che sa di imbroglio.

È vero che i dete­nuti sono dimi­nuiti di 5 mila unità nell’ultimo anno. Ma anche lo spa­zio è dimi­nuito, in quanto sep­pur qual­che padi­glione è stato aperto tante pic­cole Livorno sono in giro per l’Italia, in quanto a causa della man­canza di soldi per la manu­ten­zione ordi­na­ria le sezioni deten­tive stanno andando len­ta­mente in rovina. La qua­lità della vita cam­bia molto da posto a posto. Ci sono isti­tuti dove si cerca di orga­niz­zare una vita comu­ni­ta­ria densa di pro­get­tua­lità. Ci sono posti dove non fanno entrare una volon­ta­ria nota per essere una per­sona mite solo per­ché si è per­messa di andare in una scuola e rac­con­tare che aveva saputo di epi­sodi di vio­lenza. Ci sono diret­tori demo­cra­tici e diret­tori che pen­sano di essere gover­na­tori, papa e re e che si rifiu­tano di rispet­tare le indi­ca­zioni mini­ste­riali sulla aper­tura delle celle nelle ore diurne. C’è chi lavora per il cam­bia­mento e chi pensa che il cam­bia­mento sia il male. Ci sono ancora le celle lisce, celle prive di qual­siasi sup­pel­let­tile e inso­no­riz­zate dove forte è il rischio della vio­lenza, come la cella zero pro­prio a Pog­gio­reale dove si recherà oggi la dele­ga­zione euro­pea. Oggi siamo messi meglio di un anno fa ma ancora non in con­di­zione tale da potere essere assolti dai giu­dici di Strasburgo.

Una pic­cola nota a mar­gine. Tra i com­po­nenti della dele­ga­zione, pur non nella sua ver­sione uffi­ciale, vi è l’eurodeputato leghi­sta Bor­ghe­zio, ovvero colui che per appar­te­nenza, lin­guag­gio, cul­tura poli­tica, è uno dei mas­simi respon­sa­bili del degrado delle car­ceri ita­liane. In un’altra sta­gione poli­tica è stato anche sot­to­se­gre­ta­rio alla Giu­sti­zia. L’Italia non si è fatta man­care pro­prio nulla.


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