1°Maggio precario contro l’Expo

1°Maggio precario contro l’Expo

di Roberto Ciccarelli – il manifesto

Sono stati chia­mati «sen­ti­nelle». Da mag­gio a dicem­bre 2015 spun­te­ranno dap­per­tutto a Milano durante l’Expo. Sta­zioni, aero­porti, strade e gli stand del mega evento espo­si­tivo, ovun­que spunti il brand che oggi cir­cola negli spot sulla Rai o sulle taz­zine del caffè. Sono i «volon­tari» tar­gati Expo. Ne ser­vono 475 al giorno, per sei ore a rota­zione, per i sei mesi della durata del «grande evento». Il modello è quello offerto dalle olim­piadi a Lon­dra nel 2012, anch’esse sor­rette da un eser­cito di volon­tari. Oggi a Milano si parla di 9 mila per­sone. Per reclu­tarle è in arrivo un bando.

L’accordo sulla fles­si­bi­lità del lavoro a ter­mine e sugli stage per l’Expo 2015 fir­mato il 23 luglio 2013 da Cgil, Cisl, Uil, Fil­cams Cgil, Fisa­cat Cisl e Uil­Tucs con l’amministratore dele­gato di Expo 2015 Giu­seppe Sala, pre­vede in realtà 18.500 per­sone, gio­vani e meno gio­vani, che lavo­re­ranno gra­tis. Gra­tis, a dif­fe­renza delle 835 per­sone che saranno assunte mediante con­tratto di appren­di­stato da 7 o 12 mesi. Secondo l’accordo 340 gio­vani under 29 anni par­te­ci­pe­ranno ad un per­corso for­ma­tivo rispet­ti­va­mente di 70 e 120 ore per il con­se­gui­mento delle qua­li­fi­che di «ope­ra­tore Grande Evento», «spe­cia­li­sta grande Evento» o di «tec­nico sistemi di gestione Grande Evento». Nel novem­bre 2013, il sito milano​-fiera​.net ha segna­lato la costi­tu­zione di uno spor­tello regio­nale «Scuo­la­Vo­lon­ta­riato» presso l’Istituto Agnesi di Milano. Il suo obiet­tivo è di reclu­tare i volon­tari. La sele­zione verrà gestita dai Cen­tri di ser­vi­zio per il volon­ta­riato (Csv) che si rivol­ge­ranno al terzo set­tore e dai sin­da­cati a cui è stato attri­buito il com­pito di for­mare i volon­tari sele­zio­nati. In que­sti mesi par­ti­ranno inol­tre le pro­ce­dure per l’assunzione di altri 300 lavo­ra­tori per i ruoli di sup­porto e segre­te­ria e di 195 sta­gi­sti con un rim­borso da 516 euro men­sili. Il 10% di que­ste assun­zioni a ter­mine ver­ranno effet­tuate tra i lavo­ra­tori che si tro­vano in cassa inte­gra­zione straor­di­na­ria o in deroga, sono in mobi­lità o in disoc­cu­pa­zione. Con ogni pro­ba­bi­lità, al ter­mine dell’esposizione, tor­ne­ranno ad essere pre­cari in attesa di una chia­mata in occa­sione di una fiera, un festi­val o un intrat­te­ni­mento pro­dotto dal bacino del lavoro imma­te­riale milanese.

Uno degli aspetti più inquie­tanti dell’accordo Expo è la distin­zione di un dop­pio livello tra pre­cari e volon­tari: da una parte ci sono i con­trat­ti­sti a ter­mine (appren­di­sti e sta­gi­sti), dall’altra parte ci sono le «sen­ti­nelle» che lavo­rano gra­tis e devono dimo­strare di con­di­vi­dere i valori dell’Expo: «nutrire il pia­neta» e «assi­cu­rare un’alimentazione buona, sana, suf­fi­ciente e soste­ni­bile». Valori, in effetti, dif­fi­cili da non con­di­vi­dere. L’Expo 2015 chiede ai volon­tari di farlo senza dare in cam­bio nulla, solo l’impegno gra­tuito del pro­prio tempo.

Enrico Letta avrebbe voluto appli­care que­sto accordo a livello nazio­nale. Tra l’altro, l’intento era di abo­lire la cau­sale sul con­tratto a ter­mine. Cosa mai avve­nuta per i veti tra le parti sociali e i par­titi della sua mag­gio­ranza. Fino a quando al governo è arri­vato Mat­teo Renzi che ha abo­lito la cau­sale per 36 mesi (3 anni), pre­ca­riz­zando a vita tutti i lavo­ra­tori. Per que­sto il col­let­tivo San Pre­ca­rio sostiene che l’accordo Expo ha fatto da volano alla totale libe­ra­liz­za­zione dei con­tratti a ter­mine e di appren­di­stato pre­vi­sta dal «Jobs Act». Un esito che l’appello «Grandi eventi, pic­coli diritti» pub­bli­cato da Il Mani­fe­sto il 3 ago­sto 2013 e fir­mato, tra gli altri, da Pier­gio­vanni Alleva, Umberto Roma­gnoli, Andrea Fuma­galli, Roberto Mag­gioni, Luciano Muhl­bauer, chie­deva di scon­giu­rare. Dopo il con­tra­sto delle «grandi opere» come il Tav, la rete «No Expo» insieme agli atti­vi­sti del primo mag­gio mila­nese della May­Day denun­ciano un altro aspetto dei «grandi eventi»: oltre alla cemen­ti­fi­ca­zione e alla spe­cu­la­zione, c’è il lavoro gra­tuito e l’iper-precarizzazione dei con­tratti che com­pro­met­tono il futuro delle nuove gene­ra­zioni. Il cor­teo a Milano del 1 mag­gio 2014, e quello del 2015 in coin­ci­denza dell’avvio dell’Expo, sfi­le­ranno con­tro que­sto modello di svi­luppo. «L’unica grande opera che vogliamo è il red­dito» ripe­tono gli attivisti.


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