Non basta ricordare

Non basta ricordare

di Luigi Ciotti – il manifesto

Il 21 di marzo, ormai da 19 anni, non è più sol­tanto il primo giorno di Pri­ma­vera. Oggi, come ogni anno, in tutta Ita­lia si ricor­dano tutte le vit­time inno­centi delle mafie. Sono circa 900. Un lungo elenco per ricor­dare tutti, ma pro­prio tutti quei cit­ta­dini e cit­ta­dine che hanno perso la vita per la nostra libertà, la nostra demo­cra­zia. Lo fac­ciamo insieme, nella Gior­nata nazio­nale della memo­ria e dell’impegno pro­mossa da Libera e Avviso pub­blico, per­ché vogliamo che in que­sto giorno di risve­glio della natura anche il nostro con­te­sto sociale si ri-svegli e ri-parta la pri­ma­vera della spe­ranza, della verità e della giustizia.

Quest’anno i nomi e i cognomi delle vit­time inno­centi di mafia ver­ranno scan­diti durante la veglia con oltre 700 fami­liari che si svol­gerà nella chiesa di San Gre­go­rio a Roma insieme a Fran­ce­sco. Un dono, la pre­senza del Papa, che li aiu­terà a tra­sfor­mare ancora di più il loro dolore, silen­zioso, riser­vato, più vivo di prima nono­stante il tra­scor­rere del tempo, in impe­gno forte, quo­ti­diano per la verità e la giu­sti­zia. Quell’impegno che è richie­sto a cia­scuno di noi se non vogliamo che la memo­ria diventi reto­rica, cele­bra­zione. Per­ché non basta ricor­dare. Le vit­time delle mafie non hanno vis­suto per essere ricor­date. Hanno vis­suto per la giu­sti­zia sociale, quindi per tutti noi. E abbiamo solo due modi cre­di­bili per ricor­darle: impe­gnarci a rea­liz­zare i loro ideali e non lasciare mai solo i loro familiari.

È il patto che rin­no­ve­remo oggi, nella chiesa di San Gre­go­rio e in tulle le piazze d’Italia in cui faremo vivere que­sto primo giorno di pri­ma­vera come Gior­nata della memo­ria e dell’impegno. Ed è con que­sta con­sa­pe­vo­lezza che cam­mi­ne­remo insieme ai fami­liari domani a Latina. Saremo in tanti, da tutta Ita­lia, ad abbrac­ciare i fami­liari e , insieme a loro, le tan­tis­sime per­sone, realtà, asso­cia­zioni che a Latina si bat­tono per assi­cu­rare ai ter­ri­tori n cui vivono un pre­sente e un futuro di one­stà, tra­spa­renza, benes­sere col­let­tivo. Lo fanno ogni giorno con­tro la pro­gres­siva, silen­ziosa, inces­sante infil­tra­zione delle orga­niz­za­zioni mafiose nel tes­suto eco­no­mico e impren­di­to­riale, attra­verso il rici­clag­gio e il reim­piego delle ric­chezze accu­mu­late ille­gal­mente. Saremo a Latina, insomma, per­ché anche que­sta terra, il lito­rale laziale, la stessa Capi­tale sono insi­diate dalle mafie come gran parte del Paese.

In que­sta dram­ma­tica crisi eco­no­mica, sociale e cul­tu­rale che sta attra­ver­sando l’Italia, le mafie stanno diven­tando sem­pre più forti, per­ché si ali­men­tano di povertà, di dispe­ra­zione, d’ignoranza.

E gene­rano povertà, dispe­ra­zione, smar­ri­mento di valori etici e di rife­ri­menti cul­tu­rali. Deve essere sot­to­li­neato con forza il nesso sem­pre più stretto tra povertà eco­no­mica e ric­chezza delle imprese mafiose. E allo stesso tempo va denun­ciata l’impossibilità di uscire dalla crisi senza un impe­gno più effi­cace con­tro il cri­mine orga­niz­zato, la cor­ru­zione, l’ecomafia. Per­ché il nostro Paese rischia di morire d’illegalità, di «mafio­sità scri­sciante», di rela­zioni umane sem­pre èpiù segnate dall’avidità, dalla fur­bi­zia, dai pri­vi­legi del potere.

Oggi, primo giorno di pri­ma­vera, e domani a Latina pro­nun­ce­remo i nomi e i cognomi delle vit­time inno­centi delle mafie anche per ricor­darci che per vin­cere il cri­mine orga­niz­zato e la cor­ru­zione non bastano più la lega­lità, il rispetto delle regole. Occorre, di fronte al male, non vol­tarsi dall’altra parte o restare con le mani in mano.

Le ingiu­sti­zie si sono alleate con le nostre omis­sioni, rischiano di avve­le­nare le radici della nostra memo­ria e di com­pro­met­tere i pos­si­bili frutti dell’impegno. È il tempo delle scelte nette per essere dalla parte di chi cerca e di chi aiuta a tro­vare verità. Dalla parte del mondo dei Giu­sti, di chi non si lascia pie­gare dalle dif­fi­coltà, di chi è libero e leale. Oggi, primo giorno di pri­ma­vera, e in tutti i 365 giorni dell’anno.


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