Tunisini scomparsi, chiesta commissione. ”Silenzio imbarazzante”

Tunisini scomparsi, chiesta commissione. ”Silenzio imbarazzante”

www.agenzia.redattoresociale.it – ROMA – Nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2012 un barcone con 130 tunisini a bordo, naufraga a largo dell’isola di Lampione, in Sicilia, si salvano solo 56 persone. Che ne è stato di loro? E che ne è stato delle decine di migranti sbarcati sulle coste italiane di cui si sono perse le tracce? A chiederlo è Messaoud Romdhani, membro fondatore del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), giunto a Roma come portavoce di oltre 300 famiglie tunisine che chiedono al governo italiano di conoscere la sorte dei  propri cari.

“Chiediamo che venga istituita una commissione d’ inchiesta italo-tunisina, formata non solo dai responsabili dei rispettivi Governi, ma anche delle famiglie e dai membri della società civile dei due paesi-ha sottolineato nel corso di una conferenza stampa alla Camera – Deve essere una commissione capace di indagare non solo su ciò che succederà in futuro, ma anche su ciò che è successo, sui casi passati, perchè vogliamo conoscere la sorte dei tunisini morti in mare o salvati.Lo scopo è anche quello di stabilire contatti tra i due governi e le due società civili. In futuro sempre più persone continueranno a imbarcarsi verso l’ Italia per la situazione economico-sociale della Tunisia -aggiunge- Bisogna quindi essere in grado di dare risposte concrete alle famiglie che vengono ogni giorno a bussare alle nostre porte. Aspettano notizie dei loro cari, ma fino ad oggi il governo italiano è rimasto in silenzio. E’ imbarazzante”.

Già nel 2012 alcune famiglie di tunisini scomparsi erano venute a Roma per chiedere all’Italia informazioni sui parenti dispersi. Dopo un’interrogazione di Livia Turco e Gianclaudio Bressa, l’allora sottosegretario del ministro Cancellieri aveva fatto sapere che era stato possibile accertare l’arrivo soltanto di 14 persone. Oggi Romdhani avrà di nuovo un incontro con il nuovo sottosegretario Filippo Bubbico, per chiedere oltre all’istituzione della commissione anche sistemi di soccorso comuni tra le due sponde del Mediterraneo.

Per quanto riguarda i numeri, è difficile stabilire la cifra esatta dei dispersi, ma esiste una lista con 207 nominativi di persone partite dalla Tunisia e giunte sulle nostre coste, di cui  ad oggi le famiglie non sanno più nulla. Più in generale, il Forum tunisino stima solo nel 2011 che ci siano state circa 1.500 persone disperse, 300 delle quali segnalate dalle stesse famiglie.  “Istituire una commissione d’inchiesta è fondamentale  perché la posizione di un governo che non dà risposte alle famiglie degli scomparsi è una posizione colpevole – sottolinea Piero Soldini, responsabile Immigrazione per la Cgil – Non mettere a disposizione i dati che ci sono, nelle capitanerie di porto e tra le forze dell’ordine è un atteggiamento intollerabile. Nei nostri cimiteri ci sono persone morte in mare ma che riposano senza nome, abbiamo il dovere di ricostruire la loro identità. Il ruolo della commissione –aggiunge – sarà  anche quello di costruire banche dati e azioni preventive per fare in modo che tragedie come quella di Lampedusa non succedano più”.

“Sosteniamo il Forum tunisino perché crediamo che questo sia un appello innanzitutto umanitario –aggiunge don Armando Zappolini, portavoce del Cnca, che rispetto alle politiche sull’imigrazione ha chiesto un “cambio di prospettiva radicale”. “Bisogna assicurare dignità e rispetto alle persone in fuga da fame e guerre –aggiunge – Le politiche vanno elaborate a partire da questo principio elementare. E abbiamo, a questo proposito, molti anni di vergogna da recuperare” . Sulla stessa scia anche Domenico Chirico di Un ponte per: “Abbiamo ritenuto che fosse necessaria una nostra mobilitazione in Italia per far sì che le decine di lettere inviate dalle famiglie tunisine avessero una risposta. Ieri siamo stati ricevuti dal presidente della Commissione diritti umani, Luigi Manconi, ci ha assicurato che chiederà maggiori informazioni sugli scomparsi al ministero degli Interni. E speriamo negli incontri di oggi, perché a queste persone si devono dare le risposte che chiedono”.

Nel corso della conferenza stampa il Cnca ha presentato la “Lettera da Tunisi”, un documento in cui si dà conto del viaggio nel paese mediterraneo organizzato dalla Federazione nel settembre 2013, che ha permesso di incontrare tanti esponenti della società civile tunisina e di fare il punto con loro sia sulla situazione della Tunisia e dell’area del Mediterraneo sia sulla questione dei migranti tra Europa meridionale e Maghreb. (ec)


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