Chiesa e pedofilia, Vaticano interrogato dall’Onu: “Perché non rendete pubbliche le statistiche?”

Chiesa e pedofilia, Vaticano interrogato dall’Onu: “Perché non rendete pubbliche le statistiche?”

fanpage.it – Il Vaticano sotto processo. Una delegazione della Santa Sede, guidata da Monsignor Charles Scicluna, ha risposto oggi a Ginevra al fuoco di domande di una commissione di esperti facenti capo all’Onu. I religiosi hanno reso conto dell’attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, ratificata dal Vaticano, che prevede che ogni firmatario prenda le misure appropriate per la protezione dell’infanzia e metta gli interessi dei bambini sopra ogni altro. In particolare la delegazione vaticana ha dovuto spiegare  cosa intende fare per arginare definitivamente lo scandalo pedofilia esploso in seno alla chiesa. L’arcivescovo Silvano Tomasi ha affermato prima di entrare in audizione che “questi crimini non possono mai essere giustificati” e che “ogni bambino deve essere inviolabile”. Il Vaticano, tuttavia, è sotto accusa per essersi rifiutato di rispondere a un questionario sulla pedofilia del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia (Crc).

Come spiega l’Unicef, “la Convenzione sui diritti dell’infanzia è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante e include l’intera gamma dei diritti umani (civili, culturali, economici, politici e sociali)”. Venne istituita nel 1989, quando si stabilì che i minori di 18 anni avessero bisogno maggiori tutele degli adulti, e prevede 54 articoli che enunciano i diritti fondamentali dei bambini, validi in tutto il mondo. I quattro principi fondamentali sono la non discriminazione dei minori, la cura dei loro interessi, il diritto alla vita e alla sopravvivenza e il rispetto delle loro opinioni. Naturalmente su tutto c’è la condanna di ogni forma di sfruttamento dei bambini. Tra gli Stati che hanno ratificato la Convenzione c’è anche il Vaticano che, nello specifico, ha dovuto rispondere davanti all’Onu degli abusi e dello scandalo pedofilia. La Santa Sede sottoscrisse la convenzione nel 1990 ma, dopo la prima relazione attuativa del 1994 (leggi), non produsse più alcun rapporto fino al 2012, quando lo scandalo dei preti pedofili esplose in tutto il mondo.

I membri del Crc di Ginevra hanno dunque chiesto agli emissari del Vaticano a che punto fossero i procedimenti verso i preti accusati di pedofilia, e come mai la Santa Sede si ostinasse a descrivere gli abusi come un “crimine contro la morale”, piuttosto che come un crimine contro i bambini. “La Santa Sede – è stata la domanda – ritiene di poter superare con successo la pedofilia?”. Ma Monsignor Charles Scicluna ha dovuto dare conto dei metodi di formazione dei sacerdoti. Il vescovo ha spiegato che non è intenzione del Vaticano coprire gli abusi, mentre Tomasi ha detto che nessuna professione è immune dalla possibilità che qualcuno compia degli abusi sessuali verso i minori.

Il risultato dell’incontro tra i religiosi e gli esponenti dell’Onu tuttavia non ha sembrato soddisfare in pieno gli ultimi. In un tweet, infatti, hanno scritto: “Santa Sede: ‘Abbiamo compreso’ le critiche della Onu sugli abusi sessuali della Chiesa Cattolica. Perché allora non vengono rese pubbliche le statistiche?”.


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